Il porro (Allium porrum) è una liliacea, come cipolla, aglio, scalogno e erba cipollina. È ancora poco conosciuto in tante zone, ma è molto apprezzato in cucina. Ha sapore più delicato rispetto a cipolla e aglio e si presta a molti utilizzi: dai contorni: stufato o saltato, alle zuppe e anche da crudo, nelle insalate miste. È tra i pochi ortaggi disponibili nell’orto per tutto l’inverno, grazie alle varietà invernali, molto resistenti alle gelate.

I consigli di coltivazione

ESPOSIZIONE

Il porro predilige esposizione in pieno sole, ma tollera la mezz’ombra per alcune ore al giorno. Necessita di 6-8 ore di sole diretto al giorno.

TEMPERATURA

Il porro ha temperature ideali di crescita di 13-24°. Tollera leggere gelate dopo il trapianto (ma è consigliabile proteggerlo con TNT nei trapianti precoci). Non teme le temperature rigide invernali in fase di raccolta, fino a oltre -10° per le varietà invernali. Resiste al caldo estivo, quando la crescita rallenta. Temperature tra 5-13° in epoca giovanile, protratte per oltre 20 giorni possono indurre la pre fioritura.

TERRENO

Il porro predilige i terreni di medio impasto molto ricchi in sostanza organica, ma si adatta a tutti i terreni, purché ben drenati. Gradisce pH preferibilmente tra 6-7. In terreni pesanti (“forti” o argillosi) è consigliabile coltivare su aiuole rialzate di 10-20 cm. Un buon drenaggio permette di prevenire i ristagni che provocano patologie radicali e favoriscono i marciumi. È consigliabile attendere almeno 3 anni prima di trapiantare il porro (o altre liliacee) nei terreni dove lo si è coltivato in precedenza. Il terreno deve essere lavorato con la vanga per 30-40 cm di profondità.

TRAPIANTO

Cimatura delle foglie: prima del trapianto è utile la cimatura della parte finale delle foglie, con le forbici, lasciando 5-8 cm di pagina fogliare.

Distanze: il sesto consigliato è di 10- 15 cm sulle file e 30- 50 cm tra le file.

Profondità: il porro si può trapiantare a profondità superiore rispetto alla cipolla (8-15 cm), possibilmente sul fondo di solchi, che faciliteranno la successiva operazione di rincalzatura. Il trapianto in profondità è da evitare nei suoli a rischio di ristagni.

Epoca: l’epoca ideale di messa a dimora del porro è tra marzo e settembre a seconda dell’area di coltivazione. I trapianti primaverili precoci danno una produzione anticipata ma sono i più rischiosi per la prefioritura e necessitano di protezione con tnt per prevenirla. I porri trapiantati da metà agosto a ottobre, verranno raccolti nella primavera successiva.

Protezione dal freddo: nel trapianto da febbraio ad aprile è consigliata la protezione con TNT, per ridurre i rischi di salita a fiore.

CONCIMAZIONE

Un abbondante quantità di sostanza organica matura (stallatico, pollina, agrogel, borlanda, compost) va apportata alcune settimane prima del trapianto.

  • La concimazione pre trapianto: 3-4 settimane prima del trapianto si effettua la concimazione di fondo, con stallatico, agrogel, pollina, compost e un fertilizzante minerale NPK (es 3-1-2), con interramento, nei primi 10-20 cm di terreno.
  • La concimazione di copertura: dopo la concimazione iniziale si potrà poi intervenire mensilmente con borlanda, agrogel o fertilizzante minerale NPK (a titolo 3:1:2 o 3:1:1).
IRRIGAZIONE

Dopo le prime settimane, quando a seconda delle temperature esterne e del terreno, può richiedere 1-3 irrigazioni a settimana (2-3 in estate), poi il porro necessita di irrigazione costante nei periodi siccitosi, con un’annaffiatura settimanale. È fondamentale evitare gli eccessi idrici, perché teme i ristagni. Nelle prime fasi di sviluppo è richiesta poca acqua (irrigazione solo all’occorrenza). Nelle annate con precipitazioni regolari, l’acqua piovana è sufficiente in fase di accrescimento e bisogna intervenire solo in caso di siccità, considerando che i bisogni crescono con le dimensioni delle piante.

CURE COLTURALI

Protezione: la protezione con reti a maglia fitta (e tnt a fine inverno), appoggiata su archetti sopra la coltivazione, permettono di prevenire gli attacchi della mosca del porro.

Rincalzatura: si effettua asportando il terreno tra le file con la vanga e accumulandolo alla base dei fusti, fino all’attaccatura delle foglie, iniziando 50 giorni dopo il trapianto e ripetendo l’operazione ogni 30 giorni. Il porro è tra le piante che si giovano maggiormente della rincalzatura, che permette di aumentare significativamente la quantità di bianco dei fusti, divenendo così più teneri e gustosi. Questa pratica, oltre all’imbianchimento offre anche altri vantaggi: eliminare le malerbe, ossigenare le radici e riparare i fusti dalle forti gelate in inverno.

RACCOLTA

Tempi: il porro, trapiantato tra marzo e luglio è pronto per la raccolta tra i 90 giorni del gigante e i 120 giorni dell’invernale. I porri trapiantati a fine estate maturano molto più tardivamente e si raccolgono tra aprile e maggio, prima di salire a fiore.

Come raccogliere: per raccogliere il porro si smuove il terreno attorno alle radici con la vanga o con la forca-vanga e si estrae il fusto, scrollando la terra. Poi si sfogliano le guaine più esterne, si recidono le radici e si taglia la parte terminale delle foglie, lasciandone 10-15 cm.

  • Conservazione in campo: quando è coltivato in estate, per raccolta autunno invernale, il porro può rimanere molto a lungo in campo a maturazione raggiunta, senza perdere qualità. Si scava con la vanga o la forca, man mano che necessita.  Il porro gigante può resistere in campo fino a metà inverno, quello invernale sino all’inizio della primavera. Con trapianti da fine estate a inizio primavera, il porro si raccoglie tra aprile e giugno e si deve estirpare prima dell’inizio della fioritura.
  • Raccolta anticipata: la raccolta del porro si può effettuare anche in fase giovanile, prima che abbia raggiunto le massime dimensioni; in questi casi conviene anticipare la rincalzatura delle piante che si desidera raccogliere prima. La raccolta anticipata è consigliabile anche qualora si osservasse che i porri stanno iniziando la pre fioritura (solitamente tra fine aprile e giugno). In questi casi è bene estirpare rapidamente le piante che iniziano a manifestare il problema, che si possono conservare in congelatore, tagliate a rondelle.