Cavolfiore Macerata tardivo

Scopri i formati e le varietà disponibili

Formati

6 piante in pack

Disponibile da inizio giugno a inizio ottobre
H103

Varietà

Emeraude F1

Varietà pregiata, apprezzata nell’orticoltura professionale per l’alta qualità. Ha pianta vigorosa, adattabile, e il pomo più pesante tra i cavolfiori di questa tipologia. Raccolta scalare a 90-110 giorni dal trapianto. La clorofilla, responsabile del colore verde, lo rende un prodotto interessante per le persone anemiche, perchè stimola la produzione di emoglobina. Si conserva a lungo dopo la racccolta. Ha un sapore ottimo e poco odore in cottura.

Disponibilità
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic

I consigli di coltivazione


ESPOSIZIONE

Il cavolfiore gradisce l’esposizione in pieno sole.


TEMPERATURA

I cavolfiori hanno le condizioni di crescita ideali a 18-25°. In fase di accrescimento tra 0-5° si blocca lo sviluppo. Soffrono le alte temperature estive più degli altri cavoli. Per la formazione del fiore in autunno sono necessari 9-14°, in inverno 5-10°; temperature più elevate, senza escursione termica, ritardano la formazione del fiore rispetto al normale ciclo delle varietà. Le varietà tardive invernali resistono a temperature sotto 0°. Nei trapianti più precoci e quando le temperature scendono sotto i 12° il cavolfiore si giova di protezione con nylon o tnt bianco.


TERRENO

I cavolfiori si adattano facilmente a tutti i tipi di terreno ma preferiscono quelli fertili, freschi e ricchi di sostanza organica, ben drenati. Gradisce pH tra 6,5-7 ma tollera anche pH 7,5. È consigliabile attendere 3 anni prima di trapiantare cavolfiori dove sono stati coltivati dei cavoli.


TRAPIANTO

Distanze: il sesto consigliato per il cavolfiore è di 40-50 cm sulle file e 50-70 cm tra le file. Per le varietà più vigorose e nei terreni più fertili e concimati si utilizzino i sesti più radi (50 x 70). Nei terreni più fertili, concimati generosamente è possibile allargare ulteriormente il sesto di 20 cm sia sulle file che tra le file.


Epoca: trapiantare nel periodo corretto è un aspetto fondamentale per il successo nella coltivazione del cavolfiore. Un ritardo eccessivo nella messa a dimora estiva è la causa più frequente di insoddisfazione o di raccolti in ritardo rispetto alle aspettative in autunno-inverno. Nei trapianti estivi per raccolta autunno invernale è consigliabile trapiantare contemporaneamente più varietà, con ciclo di maturazione differente, per ottenere un raccolto prolungato per molti mesi. Per il raccolto autunno-invernale, il periodo di trapianto più favorevole è a inizio di luglio nelle aree di alta collina, mentre in agosto nelle pianure del nord e tra agosto e settembre al centro sud.


Maggio e giugno sono mesi da evitare per il trapianto dei cavolfiori nelle aree di pianura.


In primavera il periodo ideale di messa a dimora è marzo-aprile. 


Varietà: la scelta delle varietà da trapiantare, utilizzando cavolfiori con ciclo di maturazione differente (es. Alston piuttosto che Concept o Rafale ecc.) è decisivo per programmare al meglio il periodo di raccolta secondo le proprie esigenze. Con una buona programmazione è possibile raccogliere con continuità cavolfiori dal proprio orto da ottobre fino a marzo! Ogni varietà ha un ciclo specifico che indica i giorni che intercorreranno tra il trapianto e la raccolta, che può variare da circa 65 giorni sino ad oltre 200. Per un raccolto continuo nel tempo è bene mettere a dimora piccole quantità di varietà a ciclo differente, scegliendo tra quelle a ciclo precoce, medio e tardivo. Per averli pronti già a metà ottobre, bisognerà mettere a dimora già dai primi di agosto almeno una varietà precoce (es. Alston, 65-75 gg). Poi per un raccolto prolungato è consigliabile trapiantare almeno un’altra varietà, che si differenzi per il ciclo più tardivo di 10-15 gg (es. 80-90 gg: Delta, Concept, Gilverde, Puntoverde, Lavender, Dorleac, ecc.) e così via (es. 95-105 gg: Emeraude, Jerico, Gitano; 110-120 gg: Meridien, Rafale, Romanesco bianco natalino; oltre 120 gg: Lazio, Triomphant, Medusa).


CONCIMAZIONE

Il cavolfiore richiede concimazioni molto generose. Si avvantaggia di una concimazione di fondo ricca, con stallatico (oppure pollina, compost o agrogel) e un concime NPK ricco in potassio (1-1-3 o 1-1-2) con zolfo (S) calcio (Ca) e Boro (B). Nel corso della coltivazione si potrà intervenire nuovamente con prodotti NPK più ricchi in azoto (N), qualora le piante crescessero stentatamente, oppure in potassio (K), qualora le piante risultassero eccessivamente vigorose. Evitare di abbondare con concimi ricchi in azoto, che fanno vegetare eccessivamente le piante, ritardandone la maturazione e rendendole più sensibili ai patogeni.


IRRIGAZIONE

Il cavolfiore soffre particolarmente sia la siccità che i ristagni. Gradisce irrigazioni frequenti nelle prime settimane dopo il trapianto (indicativamente 2-3 volte a settimana nei periodi più caldi), con quantità moderate che mantengano il suolo umido, ma senza ristagni. Poi si potranno diradare gli interventi, aumentando le quantità (indicativamente 1-2 volte alla settimana nei periodi più freschi, 1-3 volte a settimana in estate). Le piante dovranno essere irrigate più abbondantemente, evitando la carenza d’acqua, in fase di ingrossamento del fiore.


CURE COLTURALI

Sarchiatura: la sarchiatura periodica tra le file è un intervento superficiale da effettuare con la zappa per eliminare le malerbe, arieggiare il terreno e mantenere l’umidità. L’operazione si effettua ogni 15-20 giorni e si sospende quando le piante sono ben sviluppate. È opportuno ripeterla anche dopo precipitazioni (che compattano il terreno), dopo la concimazione e nelle zone dove si evidenzino ristagni.


Protezione dal freddo e dal sole: nei trapianti primaverili ed estivi, i cavolfiori si giovano di una protezione con TNT per alcuni giorni dopo il trapianto. Nelle stagioni intermedie in caso di periodi freschi con temperature di 0-10° la copertura con TNT permette di ridurre lo stress termico.


RACCOLTA

Nel cavolfiore, a differenza degli altri cavoli, il “pomo” è nascosto tra le grandi foglie, nel cuore della pianta; per questo quando ci si accorge che è maturo sembra essere comparso improvvisamente dal nulla, dopo settimane in cui non si notavano evoluzioni. Dal momento della differenziazione del fiore (l’inizio dello sviluppo), in poco tempo sarà pronto per la raccolta. Per non farsi cogliere di sorpresa è bene controllare con attenzione il cuore della pianta già qualche giorno prima dell’epoca di presunta raccolta.


Calcolare i tempi: per sapere in anticipo con buona approssimazione l’epoca di maturazione dei cavolfiori è necessario conoscere la data esatta di trapianto e le varietà utilizzate. Controllando il ciclo di maturazione della varietà utilizzata, indicato nelle confezioni delle piantine (o nel sito Orto Mio), con un semplice calcolo si individuerà il momento probabile di raccolta (ad esempio: trapiantando il 15 agosto un cavolfiore che matura in 70 giorni bisognerà aggiungere 70 giorni al 15 agosto, quindi sarà pronto tra il 20 e il 30 ottobre, in condizioni climatiche normali). Nel nostro esempio, intorno al 15 ottobre ci si potrà accertare dell’accrescimento del fiore, scrutando il cuore della pianta per essere pronti a raccogliere, qualora la maturazione fosse in anticipo rispetto alla norma.


I giorni del ciclo di una varietà non si devono considerare come una tempistica precisa, ma un’indicazione che risulta molto attendibile quando la stagione è “nella norma”, mentre può discostarsi in modo significativo dal ciclo abituale se intervengono eventi climatici anomali o in condizioni di coltivazione sfavorevoli.


Dimensione e forma: la grandezza del “fiore” varia in funzione di molti fattori; non ci si può basare solo sulla taglia per capire se sia il momento giusto per la raccolta. Nei cavolfiori romaneschi e nei maceratesi il pomo in crescita è ben visibile al centro della pianta: quando la forma è quella tipica e le dimensioni stazionarie da alcuni giorni, si possono raccogliere. Il cavolfiore tradizionale in accrescimento è nascosto, protetto dalle foglie (e in molte varietà anche quando è maturo), quindi bisogna verificare le dimensioni affondando le mani nella vegetazione e controllando che sia ben sviluppato in prossimità del periodo presunto di raccolta (considerando il giorno di trapianto e il ciclo della varietà). Qualora il pomo fosse già ben visibile senza necessità di un’attenta esplorazione, solitamente significa che era già maturo da giorni e quindi da raccogliere rapidamente. La permanenza in campo a maturazione porta a un decadimento di colore, compattezza e sanità del fiore nel giro di pochi giorni. Cavolfiori di piccole dimensioni ma completamente scoperti dalla vegetazione vanno raccolti subito perché non cresceranno più e invecchiando perderanno qualità.


COME SI RACCOGLIE

Il cavolfiore si raccoglie tagliandolo alla base del fiore con un grande coltello, lasciando 3-4 foglioline a protezione del pomo. Dopo la raccolta la pianta ha esaurito il suo compito e si può estirpare.