Melanzana Cima di Viola

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Formati

6 piante in pack

Disponibile da metà aprile a metà giugno
H256

Varietà

Cima di Viola

La Cima di viola è un'eccellenza tipica campana, con bacche allungate clavate, con buccia viola scura e calice leggermente spinoso. La pianta ha portamento coprente, ed essendo una varietà antica è meno uniforme e produttiva rispetto alle altre melanzane della gamma. Molto apprezzata è la qualità organolettica dei frutti, a polpa bianca compatta, poco soggetta all'ossidazione e con pochi semi. In coltivazione, una drastica potatura della vegetazione a inizio di agosto (quando la pianta è meno produttiva e soggetta ad attacchi di parassiti per le temperature torride), favorisce una generosa produzione di bacche di qualità più elevata da settembre in avanti (nella prima produzione in luglio i frutti sono in numero inferiore e meno omogenei). La Cima di viola in cucina si utilizza per tutte le ricette classiche a base di melanzane; strepitosa fritta e molto apprezzata anche per le conserve sott'olio e sott'aceto.

Disponibilità
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I consigli di coltivazione


ESPOSIZIONE

La melanzana necessita di esposizione in pieno sole. In estate, nelle ore più calde gradisce un leggero ombreggiamento.


TEMPERATURA

La melanzana ama il caldo e ha temperature ideali tra i 18-26°. Quando si superano i 30-32° le piante vanno in sofferenza e se la situazione perdura i frutti possono risultare di calibro più ridotto. La pianta arresta lo sviluppo sotto i 10° e muore tra 2-0°, quindi è fondamentale proteggerla con nylon o tnt nei trapianti più precoci.


TERRENO

Lamelanzana è pianta adattabile ai diversi terreni, prediligendo quelli di medio impasto, molto fertili, ricchi di sostanza organica e ben drenati. Nei terreni argillosi è importante la predisposizione di aiuole rialzate, di 10-15 cm, che facilitino lo sgrondo dell’acqua. Gradisce pH preferibilmente tra 5,5-7,5. Nella preparazione del suolo è importante una lavorazione profonda (30-40 cm). È consigliabile attendere 4 anni prima di trapiantare la melanzana in terreni dove sono state coltivate altre solanacee in precedenza. Fondamentale utilizzare le piante innestate, qualora non sia rispettata la corretta tempistica di rotazione.


TRAPIANTO

Distanze: il sesto consigliato è di 40-50 cm sulle file e 100-120 cm tra le file (le distanze più ampie per le piante innestate).


Epoca: la messa a dimora va da marzo (con nylon) a giugno. Da metà aprile a maggio è il periodo più favorevole per il trapianto in pianura, giugno in alta collina e montagna.


Protezione: nei trapianti di inizio primavera, le piantine vanno protette con nylon; nei trapianti successivi, da aprile in avanti, con TNT bianco, da rimuovere dopo 3 settimane circa.


CONCIMAZIONE

Una nutrizione molto generosa è un presupposto indispensabile per un’elevata produzione nella coltivazione della melanzana. Molto importante la sostanza organica. I concimi organici azotati vanno distribuiti in modo frazionato nel tempo.



  • La concimazione di fondo: 2-3 settimane prima del trapianto, apportare un’abbondante quantità di sostanza organica: letame maturo (o stallatico) e pollina e un fertilizzante NPK (es. N:P:K 1:2:3).

  • La concimazione di copertura: dopo la concimazione iniziale, si potrà intervenire ogni 3 settimane con fertilizzante minerale NPK (N:P:K 3:1:1), oppure alternando pollina, borlanda e agrogel.

  • La concimazione di soccorso: è fondamentale qualora la crescita delle melanzane si arrestasse (foto 1) a causa di stress ambientali o carenze. Consiste nell’irrigare le piante con stallatico macerato in acqua (o pollina macerata), settimanalmente, fino alla ripartenza delle piante.


IRRIGAZIONE

La melanzana necessita di annaffiature regolari durante tutto il ciclo di coltivazione e di molta acqua nei periodi caldi, ma non bisogna eccedere, perché è molto sensibile ai ristagni. Si irriga 1-3 volte a settimana in primavera: frequenza e quantità variano in base alle caratteristiche del terreno, alla fase di sviluppo delle piante e all’andamento climatico. Quando le bacche si stanno ingrossando, in estate, è richiesta molta più acqua e interventi frequenti, fino a 4-5 per settimana. In questa fase le piante non dovranno andare in carenza idrica, per poter formare un buon numero di frutti. Apporti idrici troppo scarsi possono determinare bacche di calibro modesto, invecchiate precocemente e con sapore amaro. È un ortaggio che si giova dell’irrigazione a goccia.


CURE COLTURALI

Pacciamatura: la melanzana si avvantaggia della pacciamatura del terreno con nylon, che permette di mantenere più a lungo l’umidità del suolo (attenzione: con la pacciamatura, ridurre gli apporti idrici nei periodi freschi!). Indispensabile associarvi la baulatura, nei terreni argillosi. Utilizzando la pacciamatura con nylon, diventa più pratica l’irrigazione a goccia. É possibile anche pacciamare il terreno con la paglia, a partire dal mese di giugno.


Protezione con NYLON: nei trapianti precoci (da febbraio a metà aprile) la copertura con nylon, appoggiato sulle piante con degli archetti, stimola la crescita e riduce i rischi di danni, in caso di ritorni di freddo. Con l’aumento delle temperature diurne, è necessario arieggiare i tunnel durante giorno. Il nylon potrà essere rimosso con temperature notturne stabilmente sopra i 15°.


Protezione con TNT (agrovelo): dalla metà di aprile, dopo il trapianto, riparare le piantine per 20 giorni con TNT (appoggiato su archetti), per favorire una crescita rigogliosa. Questa protezione è molto importante anche nei trapianti di maggio e giugno.


Sostegni: quando la pianta supera i 30 cm di altezza, il fusto va fissato a un tutore (canna o paletto) di almeno 120 cm. Le branche cariche di frutti vanno legate ai sostegni o al fusto centrale, per evitare che si spezzino. Coltivando molte piante, è più pratico l’allevamento in file “a siepe”: sistemando dei paletti alti 150 cm a distanza di 3 metri, le piante verranno legate lateralmente con fili di corda, che le manterranno ordinate, senza il pericolo di danneggiamento degli steli sotto il peso dei frutti. Ogni 20 cm in altezza, si aggiungerà un nuovo spago.


Potatura: poche settimane dopo il trapianto, si formeranno dei germogli all’attaccatura delle foglie sul fusto; si proceda all'eliminazione di questi "getti"(femminelle), partendo dalla base della pianta e ripulendo il fusto fino alla diramazione principale. Così tutte le energie della pianta si concentreranno sui 2-4 steli principali, che daranno bacche di qualità superiore.
Quando la pianta prende vigore, entrando in fase produttiva, se la chioma è fitta, tale da nascondere i fiori e le melanzane, sfoltire qualche foglia, e all'occorrenza alcune femminelle. Ciò garantirà un migliore arieggiamento, limitando il rischio di attacchi fungini a fiori e frutti.


Eliminare i getti basali: nelle piante innestate, si presti attenzione ad eliminare eventuali getti (foto 2) che si sviluppassero dalla base del fusto, provenienti da portinnesto.


Diradamento dei frutti: nei primi 40 giorni eliminare i primi frutti prodotti, per irrobustire la pianta. É un'azione drastica, ma indispensabile per non penalizzare irreversibilmente la produzione. Continuare a staccare parte delle bacche, finché la pianta non avrà preso forza. In produzione, nelle varietà a frutti grossi, si lasciano solo 4-6 frutti contemporaneamente in fase avanzata di ingrossamento. L’eliminazione dei frutti è importante anche quando le piante sono bloccate dagli stress stagionali.


RACCOLTA

Le melanzane sono pronte tra i 40 e i 70 giorni dal trapianto, quando sono ancora immature e la produzione può protrarsi fino a fine autunno se opportunamente sostenute con la concimazione. Per evitare di raccogliere frutti “passati di maturazione”, con la polpa piena di semi (e non di rado amara), è importante osservare alcuni indicatori:


Le dimensioni: l’aspettativa sulla pezzatura delle melanzane, porta frequentemente a raccogliere frutti scadenti, perché troppo vecchi. Non tutte le melanzane raggiungono grandi dimensioni: alcune restano più piccole a causa di stress termici, carenze nutrizionali o perché troppe. Quindi non bisogna fare affidamento solo sulla taglia. Il segnale che indica che non bisogna attendere oltre per la raccolta è il calibro delle bacche, che non aumenta più e il colore della buccia, che inizia ad opacizzarsi rispetto ai frutti più acerbi, mostrando l’inizio del decadimento qualitativo.


Il colore della buccia: deve essere brillante, segnalando che il frutto è giovane e di qualità; le bacche troppo mature diventano opache e devono essere raccolte rapidamente. Quando sono molto invecchiate assumono sfumature giallastre oppure rossicce a seconda della varietà. Le melanzane a buccia nera ( Fantastic, Nilo, Genovese), diventano opache, con riflessi rossastri. Confrontandole con le altre bacche sulla pianta, si noterà la differenza. Le violette (Lilla, Sabelle, Baby) diventano prima opache, poi schiariscono e la buccia appare slavata e infine ingialliscono. La bianca perde lucentezza, ma conviene basarsi soprattutto sull’arresto delle dimensioni. Qualsiasi varietà si coltivi, raccogliere i frutti finchè il colore è ancora brillante e nell’incertezza preferire anticipare il raccolto piuttosto che ritardarlo.


Come raccogliere: le melanzane si raccolgono tagliando il peduncolo del frutto, utilizzando le cesoie per non danneggiare il fusto della pianta.