Orto sul balcone

La scelta dell’orto

Chi non è stuzzicato dall’idea di uscire sul proprio terrazzo, per raccogliere un pomodoro maturo, da consumare immediatamente a tavola?

Iniziando l’avventura dell’orto in vaso, è naturale pensare anche alle possibili difficoltà che ci aspetteranno. In realtà, coltivare ortaggi sui nostri terrazzi e giardini regala davvero tante soddisfazioni, e con i giusti accorgimenti è più semplice che farlo nell’orto! Un passatempo veramente ricco di stimoli, dai risultati spesso entusiasmanti!

 

 

  • La maggior parte degli ortaggi è esigente in fatto di sole (per approfondire, leggere i consigli di coltivazione delle singole specie), riuscendo a produrre solo in presenza dei raggi diretti per buona parte della giornata. In caso di ombra, ma con luminosità elevata, è necessario orientarsi sulle specie a foglia che possono offrire discreti risultati.

    L’esposizione soleggiata a sud, molto favorevole in primavera e autunno, in estate deve essere gestita con attenzione per evitare forti stress da carenza idrica (frequenti quando si utilizzano vasi di piccole dimensioni) e scottature. In estate è preferibile che le piante esposte a sud possano giovarsi di un’area ombreggiata nelle ore più calde, che può essere ottenuta sfruttando le zone riparate del terrazzo o con tende e tettoie.

  • Impostando la disposizione degli ortaggi, bisogna vincere la tentazione di trapiantare troppe piante in superfici ridotte: si tratta di un errore molto frequente alle prime esperienze con l’orto. Le piantumazioni fitte sono da evitare perché impediscono una crescita equilibrata, limitando la produzione.

    La collocazione delle diverse specie va impostata considerando innanzitutto l’esposizione luminosa dell’area e l’ingombro finale delle piante. Quando l’illuminazione è appena sufficiente (ad esempio con esposizione a est), le piante rampicanti e quelle a forte accrescimento verticale come pomodori, cetrioli e fagioli rampicanti, si sistemano sul lato opposto rispetto alla fonte luminosa, per non creare una barriera alla luce per le specie più basse. Quindi normalmente le piante più grandi trovano la collocazione corretta vicino alle pareti, alle spalle di piante più compatte. Le specie più precoci come lattughe e lattughini da taglio, spinaci, ravanelli, rucola, cavoli a cuore, cavoli rapa, prezzemolo e asia mix, si possono trapiantare vicino a piante più vigorose e tardive, mettendole a dimora nel medesimo momento, perché verranno raccolte prima di soffrire gli effetti negativi della competizione.

  • Ogni ortaggio, per crescere al meglio, necessita di uno spazio adeguato, che è garantito dalle distanze predisposte tra le piante al momento del trapianto. Per le specie più vigorose a sviluppo verticale, l’utilizzo di tutori ai quali legare il fusto in accrescimento permette di sostenerli e guidarne la crescita, evitando che invadano gli spazi degli altri ospiti nelle aree limitrofe.

    Le differenti specie necessitano di spazi più o meno ampi tra le piante:

    • zucchini: 50-70 cm
    • pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, cavoli: 40 cm
    • cicorie ed endivie: 35 cm
    • lattughe, bietole, sedani, finocchi: 25 cm
    • cipolle, porri, agli, rucola: 10 cm
    • carote, ravanelli, prezzemoli: 3 cm

    I lattughini da taglio si possono trapiantare anche senza distanziare i cubetti e crescono bene anche in condizioni di scarsa luminosità.

     

  • Per coltivare gli ortaggi ci si può orientare su diversi tipi di contenitori: da quelli tradizionali, pratici e razionali a quelli moderni, più artistici e fantasiosi. Volendo si possono utilizzare anche materiali di recupero che senza pretese estetiche assolvono egregiamente alla loro funzione.

    Oltre ai classici vasi, di differenti materiali e dimensioni, si può optare per soluzioni come cassoni in legno o in tufo, oppure per contenitori economici a costo quasi zero, come robusti sacconi e bidoni, magari rivestiti esternamente per renderli più gradevoli. Negli ultimi anni stanno suscitando interesse anche gli orti verticali, usufruendo di apposite strutture adatte per le specie a sviluppo contenuto.

    Per la buona riuscita degli ortaggi non è troppo importante la tipologia del contenitore che li ospita, quanto la sua dimensione, che deve essere proporzionata alle caratteristiche della specie da coltivare. Vasi troppo piccoli rispetto alle esigenze delle piante ne limitano notevolmente la produzione, generando stress che penalizzano il risultato finale e imponendo irrigazioni continue nei periodi caldi.

    Specie vigorose come zucchine, meloni e angurie, gradiscono contenitori di almeno 50-60 cm di diametro e 40-50 cm di altezza. Meloni e cocomeri e zucche, non sono consigliati in terrazzi piccoli o medi a motivo dell’ampio sviluppo vegetativo.

    Pomodori, peperoni, melanzane, patate, cetrioli e cavoli, gradiscono contenitori di 40-50 cm di larghezza per 30-40 cm di altezza.

    Lattughe, cicorie, bietole, sedani, finocchi, cipolle e agli, basilico e molte aromatiche, si “accontentano” di vasi o “balconette” di 20-30 cm di larghezza per 15-20 cm di altezza.

    Per quanto concerne il colore dei contenitori, è meglio optare per quelli chiari se le piante sono esposte ai raggi del sole estivo anche nelle ore calde del pomeriggio; ciò ridurrà il consumo di acqua e il surriscaldamento radicale.

  • Il ristagno idrico è tra i pericoli più temuti dalle piante da orto. Per questo prima di riempire i contenitori con il terriccio è consigliabile posizionare sul fondo uno strato di 2 cm di materiale che favorisca un efficiente deflusso dell’acqua. Cocci, ghiaino o argilla espansa assolveranno efficientemente a questa funzione.

  • Il terreno giusto è tra gli elementi più determinanti per il successo dell’orto in vaso, pertanto è sconsigliabile accontentarsi di prodotti sconosciuti e troppo economici (eventualmente sarebbe opportuno testarli su poche piante prima di utilizzarli su larga scala). In caso di dubbi conviene farsi consigliare dal rivenditore Orto Mio di fiducia, chiedendo un terriccio per ortaggi di ottima qualità: il maggior costo sostenuto sarà ripagato subito da risultati soddisfacenti. Diversamente, si dovrà spendere di più in fertilizzanti, nel tentativo di recuperare situazioni compromesse e con risultati non garantiti.

    Si potrà scegliere tra terricci tradizionali o quelli bio, meglio se già concimati.

  • Per crescere e dare frutti abbondanti gli ortaggi necessitano di un adeguato nutrimento da apportare con la concimazione. Un ottimo terriccio già concimato (se un terriccio è già concimato è evidenziato sulle confezioni, viceversa non lo è!), senza ulteriori integrazioni, permette di soddisfare le necessità delle specie meno esigenti come legumi, lattuga, valeriana, bietole, spinaci, agretti, asia mix ecc., mentre per le altre piante è fondamentale l’apporto di concimi a integrazione di ciò che è già presente nel terreno.

    Gli ortaggi a frutto offrono i migliori risultati quando sono concimati generosamente, arricchendo il terriccio con stallatico e guano (o con un concime minerale a lenta cessione) prima del trapianto. Bisognerà aver cura di incorporare i fertilizzanti in modo omogeneo nel terreno un paio di settimane in anticipo rispetto alla piantumazione, facendo seguire un’irrigazione.

    Concimando al momento del trapianto, con le piante già presenti, bisognerà avere la cura di evitare di porre il fertilizzante a contatto con le radici o il fusto.

    Le specie che producono a lungo come pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli e zucchini si avvantaggiano di un’integrazione mensile con un fertilizzante complesso bilanciato, granulare o liquido (possibilmente biologico).

    I fertilizzanti bio liquidi sono comodi da utilizzare e si prestano ottimamente per integrare quelli granulari e per stimolare la ripartenza di piante dalla crescita stentata.

  • Prima di mettere a dimora le piante, assicurarsi che il loro panetto di terra (la zolla di terriccio dove si trovano le radici) sia umido, viceversa bisognerà irrigarle con cura. In seguito riempire il vaso con il terriccio. Colmare fino a un livello sufficiente da permettere la collocazione del panetto a un’altezza tale che la parte superiore risulti 1-2 cm sotto il bordo del vaso.

    Scavare una buchetta nel terriccio con la paletta e posizionarvi il panetto, ponendo la base del fusto più o meno al livello del bordo del vaso. Poi riempire con altro terriccio e stringerlo alla base della pianta, in modo che al termine delle operazioni di trapianto il livello del terreno sia circa 1-2 cm più basso rispetto al bordo del contenitore.

    Trapiantando le specie a foglia con cubetto pressato (come lattughe, cicorie, endivie, valeriana e spinacio), prestare attenzione a non posizionarle in profondità ma in modo che il panetto risulti in parte all’esterno del terriccio, lasciando circa 1/3 del cubetto fuori da terra. Quindi premere energicamente il terriccio intorno al pane di terra e irrigare abbondantemente. Al termine dell’operazione, almeno 1 cm di cubetto deve essere ben visibile sopra il livello del suolo.

  • Le necessità idriche degli ortaggi dipendono da molte variabili: specie coltivata, fase di accrescimento, temperatura esterna, esposizione, tipo di terreno, presenza di vento. Come regolarsi allora? Intanto è fondamentale sapere che l’errore più comune è esagerare con le quantità, nel timore che le piante soffrano la sete, creando i presupposti per l’insorgenza di patologie radicali e scarsa produzione.

    Osservare alcuni semplici indicatori è il modo migliore per annaffiare al momento giusto e con quantità di acqua adeguate:

    • valutare il grado di umidità del terriccio prima di irrigare, controllando che la superficie del suolo si sia asciugata: il terreno asciutto assume un colore più chiaro;
    • in caso di dubbi, prima di bagnare affondare un dito nel substrato, alla profondità di 2-3 cm, per verificarne l’umidità;
    • pesare i contenitori di piccole e medie dimensioni, prendendoli in mano: risulteranno pesanti se troppo bagnati e leggeri quando asciutti e da irrigare.

    Subito dopo il trapianto effettuare una buona irrigazione (al massimo mezzo litro per pianta per vasi da 40 cm), poi per gli ortaggi a frutto (pomodori, peperoni ecc.) attendere sempre che il terriccio sia ben asciutto in superficie prima di procedere a una nuova innaffiatura. Nel primo periodo dopo il trapianto le piante necessitano di poca acqua rispetto alle fasi successive.

    Nei periodi freschi di fine inverno e inizio primavera, possono passare diversi giorni (a volte settimane) tra un’irrigazione e la successiva, con l’attesa che si prolunga nei periodi umidi e nuvolosi.

    Si aumenteranno le quantità di acqua man mano che le piante crescono e le temperature aumentano.

    Nei periodi caldi dell’estate, le piante esposte a sud solitamente necessitano di irrigazioni quotidiane.

    La frequenza di bagnatura delle lattughe è maggiore rispetto agli ortaggi a frutto, con quantità ridotte e attendendo una visibile leggera asciugatura superficiale.

    Quando le piante saranno ben cresciute e le temperature elevate, si aumenteranno notevolmente i quantitativi di acqua affinché non soffrano nelle ore più calde della giornata.

    Nei periodi freschi, nel dubbio se irrigare o meno, attendere che gli ortaggi si dimostrino leggermente assetati prima di irrigarli, piuttosto che esagerare esponendoli al rischio di ristagno idrico (specialmente se l’esposizione è ombreggiata a pomeriggio).

  • Le piante innestate sono le più indicate per la coltivazione in vaso perché rispetto a quelle tradizionali offrono una produzione più elevata e sono più resistenti a stress ambientali e malattie, reagiscono meglio agli attacchi dei parassiti e offrono buone produzioni anche con concimazioni moderate.

  • Se tra gli ortaggi a frutto le piante innestate sono certamente quelle ideali per la coltivazione in vaso, ce ne sono molte interessanti anche tra le non innestate: si sceglieranno tenendo presente lo spazio a disposizione e il tempo che gli si può dedicare (es. i pomodori nani non richiedono legatura né sfemminellatura e hanno portamento contenuto) e le caratteristiche gustative più gradite. In particolare:

    • Pomodori da palo: datterino Lobello, datterino Trilly, ciliegino Apero e Strillo, Bingo, Luther, ovale Luana, Cuore Ligure e Rosamunda, Yup quinto gusto, tondo Fantasio, tondo Pintyno (per chi gradisce la polpa consistente)
    • Pomodori nani: tondo Bellarosa, lungo Enzo, Ciliegino Achiko, datterino Minuet, costoluto Extramar
    • Peperoni: Rosso Gagio, Nostrano Mantovano, Corno di Toro e i mini Peperoni Snack, facili da coltivare, dolcissimi e digeribili
    • Melanzane: meglio orientarsi su quelle innestate
    • Cetrioli: il lungo Digeribile Burpless, produce anche in leggera ombra
    • Sedano
    • Prezzemolo comune
    • Lattughe: Salanova liscia, riccia e foglia di quercia, cappuccio Ballerina, Dolomiti, Super Canasta, Gentilina Bionda, Foglia di Quercia Mix. I lattughini, inoltre, sono una vera opportunità per chi coltiva in balcone grazie alla raccolta rapidissima e ripetuta
    • Rucola, Ravanello, Cipolle, Porro gigante e Cavolo a cuore
    • Aromatiche: Basilico, Rosmarino, Salvia, Timo, Lavanda, Citronella e Menta
    • Peperoncini piccanti: tutta la gamma si adatta al balcone. I più semplici da coltivare restano i tradizionali Calabrese, Cayenna, Mazzetti, Ciliegia. Per un effetto estetico paragonabile a una fioritura scegliere Eureka, Multicolore Chiara, Hot Daisy, Fuoco Nero. Tra i super piccanti, i più facili da coltivare sono Fatalii e Beni Highlands